Sabato 24 agosto: la mia cellulite e le mie nuove consapevolezze
- Ilaria Fiorani
- 25 ago 2024
- Tempo di lettura: 4 min

Arriva sempre quel momento dell’anno in cui sembra che il tempo si congeli.
È il mio momento di realizzazione di quanto sia fortunata a vivere la mia vita.
E capita quando, in una sera di fine estate, sono da sola, seduta sulla poltroncina in terrazzo davanti all’acqua tonica. Come se l’acqua tonica fosse la pozione magica che mi fa immobilizzare e che mi fa pensare “la vita è bella”.
È successo l’altra sera, oggi me ne sono ricordata
Succede quando mi fermo, a riflettere, a pensare, al fresco delle tarde sere estive passate sul terrazzino di casa al mare.
Fino a pochi giorni fa avevo odiato questo mare, quest’anno. Pensavo di non potermi permettere una breve pausa. E poi ho trovato un nuovo equilibrio: portare con me il computer a casa al mare, così da stare un po’ in spiaggia e un po’ al pc. Mi aspetta un settembre di fuoco: i colloqui, la presentazione, la stesura e Stata che non mi abbandona mai. Eppure sono felice, anche se a volte ricado nel tranello di vedere tutto insieme e tutto troppo grande. E invece il segreto è uno: vedere un pezzo alla volta, fare un passo alla volta. Oggi ho scaricato del materiale per i colloqui, lo studierò; non oggi, ma lo farò. Probabilmente a ridosso, perché sono una procrastinatrice di ciò che non amo particolarmente fare. E gli esami e la performance mi mettono sempre a disagio.
Invece adesso con il mio lavoro per il dottorato mi sento così a mio agio. Come dissi tempo fa alla mia amica Anna: “la mia tesi è come una persona disabile, che va in giro lo stesso anche se disabile.” E anche la mia tesi ha questo stesso diritto. Di essere vista, guardata, letta, anche se imperfetta. Anche se racconcia. Anche se piena di difetti. Anche se imperfetta. Anche se paranormale.
Oggi è sabato sera, e io sono a casa. Tranquilla, serena. Senza aver paura di perdermi momenti di vita mondana. Senza sentirmi una sfigata a restare a casa il sabato sera. Se c’è una cosa che ho fatto in questa estate, che non avevo mai fatto prima, è stata rallentare. Cedere alla frenesia del dover fare cose perché estate. Perché poi io le cose le faccio anche d’inverno. E anche d’autunno e in primavera. E se c’è un’altra cosa che ho fatto quest’estate, che non avevo mai fatto prima, è stata concentrarmi su di me, sulle mie priorità, e sul mio dottorato. Per me ora è questo il focus. Sono stata seriamente al computer fino al 14 agosto. Ad un certo punto volevo bruciare instagram e tutte le foto delle persone in vacanza, lo ammetto. Poi sono venuta in questa piccola casa al mare, con il computer sempre con me. Come se fosse il mio braccio. Come se fosse il mio polmone. Quasi ogni giorno gli ho dato aria, tranne il giorno di ferragosto, il giorno dopo e il giorno del mio compleanno che è per antonomasia il mio giorno più bello dell’anno nonché festa nazionale per me e per chi mi circonda. E sto bene con questa nuova organizzazione. “Ci possiamo dare la possibilità di sperimentare” cit.
Sperimentare di rallentare mi piace. Sperimentare di fare quello che veramente voglio fare mi piace. Sperimentare di non essere sempre al top mi piace. Sperimentare di lavorare ad agosto anche, perché ho capito che fare una pausa lunga mi uccide l’umore al ritorno. E invece continuare a lavorare piano piano ogni giorno mi solleva dal panico dell’ansia. Che ora non mi attanaglia più come prima.
Lo scrivo con gli occhi lacrimosi, ma la vita ora è più bella.
La vita è bella, ma dopo aver acquisito nuove consapevolezze su di me è ancora più bella.
Non ho finito qui. Volevo dire altre cose, che mi preme dire. Voglio dire che ho rallentato, perché ho rinunciato. Ho rinunciato ad un po’ di mare, per avere qualche riga di codice che gira e qualche risultato presentabile. E poi ho rinunciato a prendere un volo, per andare da uno, dall’altra parte dell’Europa. Perché per quanto potesse essere una bella esperienza da fare e da raccontare, non me la sono sentita. E oggi al mare c’è stato un momento in cui ho pensato “oggi potevo essere con P. ad un matrimonio, e invece sono qui, al mare, con un libro in mano, e una bambina, Emma, che mi tira la palla da ping pong involontariamente ma che volontariamente mi saluta e ricambia il mio sorriso e… “VA BENE LO STESSO”
Ultima ultimissima cosa: questo tiktok è il tiktok di questo periodo. “No drama, no toxicity, no heartbreaks, just me”. Non ho nessun tipo intorno e nemmeno per la testa. Nessun tipo che mi scrive random, nessun tipo che mi piace. Oddio in realtà mi piacciono un po’ tutti quelli che sono simpatici, carini, alti e mori. Però nessuno turba la mia quotidianità, nessuno che mi fa venire le paranoie, nessuno che voglio vedere. E va bene così. Non è perché siamo single che dobbiamo per forza avere una frequentazione, una scopamicizia o un tipo con cui ci sentiamo. Non ho nessuna di queste tre situationship ora e sto benissimo così : )
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